Il vivaio

Bruno non si accontenta di coltivare una vite qualunque, Bruno vuole la Sua vite, quella che per primo piantò nonno Leusciatti.

Per questa ragione, oltre ad occuparsi delle vigne, Bruno accudisce e custodisce il suo personale vivaio del Clone 34, figlio delle viti che per primo coltivò suo nonno e che Gerardo decise fortemente di preservare, spinto dal desiderio di conservare una tradizione importante dell'agricoltura valtellinese.

Gerardo Leusciatti, pioniere del vivaismo in Valtellina, era fermamente convinto dell'importanza di produrre direttamente vitigni autoctoni, barbatelle di nebbiolo-chiavennasca, e non solo per le necessità legate al ricambio fisiologico (gelo, siccità e invecchiamento).

Gerardo e il figlio Bruno, seppur con grandi sacrifici, non hanno mai rinunciato alla continua ricerca della migliore adattabilità e qualità del vitigno, garanzia per molti viticoltori valtellinesi che ancor oggi si riforniscono nel vivaio di Leusciatti per il ricambio delle piante di vite.

Sono piante forti dalle radici robuste, piante che possono sopravvivere oltre una generazione, piante nate e cresciute in Valtellina, su terreni impervi e in condizioni climatiche non sempre favorevoli ma che, nonostante ciò, hanno imparato a crescere robuste e sane.

E così, dalla più autentica vite di Valtellina, grazie alla dedizione e alla caparbietà prima di Gerardo e poi di Bruno, continuano a crescere quei grappoli d'uva da cui, unico ed eroico, scaturisce il vino di Valtellina Superiore Sassella DOCG del Negus.